Sala dello stemma e della Beata Diana Giuntini
Museo Civico Beata Diana Giuntini – Santa Maria a Monte
La sala, coinvolgendo la figura storica della Beata Diana Giuntini, si propone l’obiettivo di delineare la biografia della Patrona, riferendosi anche ai miracoli a lei attribuiti: all’inizio del percorso infatti, la terracotta di Nello Bini si riferisce al miracolo della trasformazione del pane che Diana portava nel grembiule in rose e fiori, segno celebrato ogni Lunedì di Pasqua, con la tradizionale Processione delle Paniere. Molteplici le opere di pregio: oltre al canto scritto da Giosuè Carducci nel 1857, il museo espone il Libro d’oro, registro che, raccogliendo dal XV al XVIII secolo i documenti religiosi più significativi della Parrocchia, contiene la principale fonte da cui è stato possibile estrapolare la vita e le opere della ragazza: la Vita della Beata Diana di Santa Maria a Monte, scritta dal Can. Giovan Battista Dini nel 1713. E’ inoltre possibile ammirare sia il documento trecentesco che cita un hospitali Beatae Dianae sia l’unica opera pittorica che ritrae la Beata Diana: l’olio su tela realizzato nel 1734 da Antonio Domenico Bamberini, artista del barocco fiorentino attivo nella Diocesi di San Miniato nella prima metà del ‘700.
Proseguendo nell’esposizione, la sala lega lo stemma araldico del Comune di Santa Maria a Monte, la Vergine in trono con Bambino, visto sia nella sua versione attuale sia raffigurato in un documento quattrocentesco, alla statua medievale della Madonna col Bambino, scultura in legno dipinto e dorato conservata nella Chiesa Collegiata di Santa Maria a Monte. Evidente infatti risulta essere il rapporto di filiazione tra una delle più preziose e antiche opere d’arte del territorio, datata al 1255, e quello che poi andò a costituire il simbolo civile della comunità. Ulteriore stimolo a visitare la Collegiata è la presenza della copertura lignea del fonte battesimale rinascimentale della chiesa, opera quest’ultima visibile nel dettaglio grazie alla realtà aumentata realizzata in occasione del suo restauro.
Infine nella medesima sala è esposta anche una statua acefala, rara testimonianza dell’arte scultorea romanica toscana della fine del secolo XII, forse originariamente impiegata con funzione di statua reggileggio del pulpito dell’antica Pieve di Rocca, ora ricomposto nella Collegiata. Rinvenuta in seguito al crollo di una porzione della Rocca nel 1950, la statua rappresenta probabilmente un Profeta dell’Antico Testamento ed è stata attribuita alla scuola del Maestro Biduino.






